A chi interessa, ecco il video del mondoviaterra alle falde del kilimangiaro
http://www.youtube.com/watch?v=I1DUrNTlap8
giovedì 11 marzo 2010
martedì 12 gennaio 2010
La chiusura di un cerchio (...)
Chissa' come saro' quando tornero'.
Se tornero'.
Chiudo la porta, tolgo la targhetta col mio nome, giro la chiave nella serratura due volte sotto e quattro sopra e tutta una parte della mia vita rimane sigillata dentro al buio.
Una parte felice che ha visto tanto sole, che guardava i limoni crescere sul terrazzo e che fino alla fine ancora non si era assuefatta ad avere il mare a cinque minuti.
La lascio qui, da sola, voglio viaggiare leggero, senza malinconie in tasca.
Cosa ne sara' di me proprio non lo so.
Il futuro completamente aperto e sconosciuto.
Sedici mesi fa.
Sedici mesi fa avevo la febbre, partire, non riuscivo a pensare ad altro, solo liberare questa onda dell'andare ormai tesa allo spasimo, come fosse la molla liquida di un flipper l'attimo prima di lanciare la pallina d'acciaio verso lucine, campanelli e tasselli da abbattere.
L'attimo prima di diventare un uomo di ruggine, corroso per non aver provato a realizzare sogni.
Che invece ora sono diventati realta', testimoni da polso il rosario buddista ed i braccialetti touareg.
Soddisfazione, ma tanta, assaporo sotto la lingua e lenta giu' per la gola la sensazione dell'aver portato a termine qualcosa che mi sembrava difficile, che volevo, che dovevo assolutamente fare per non sentirmi strozzare l'anima, qualunque cosa sia l'anima.
Me la godo a riccio.
Ancora non mi sembra vero.
Infatti continuo a girare a trottola.
L'inerzia e' una bestia difficile da domare e fermare la mia massa a questa velocita' non e' banale.
....continua
Se tornero'.
Chiudo la porta, tolgo la targhetta col mio nome, giro la chiave nella serratura due volte sotto e quattro sopra e tutta una parte della mia vita rimane sigillata dentro al buio.
Una parte felice che ha visto tanto sole, che guardava i limoni crescere sul terrazzo e che fino alla fine ancora non si era assuefatta ad avere il mare a cinque minuti.
La lascio qui, da sola, voglio viaggiare leggero, senza malinconie in tasca.
Cosa ne sara' di me proprio non lo so.
Il futuro completamente aperto e sconosciuto.
Sedici mesi fa.
Sedici mesi fa avevo la febbre, partire, non riuscivo a pensare ad altro, solo liberare questa onda dell'andare ormai tesa allo spasimo, come fosse la molla liquida di un flipper l'attimo prima di lanciare la pallina d'acciaio verso lucine, campanelli e tasselli da abbattere.
L'attimo prima di diventare un uomo di ruggine, corroso per non aver provato a realizzare sogni.
Che invece ora sono diventati realta', testimoni da polso il rosario buddista ed i braccialetti touareg.
Soddisfazione, ma tanta, assaporo sotto la lingua e lenta giu' per la gola la sensazione dell'aver portato a termine qualcosa che mi sembrava difficile, che volevo, che dovevo assolutamente fare per non sentirmi strozzare l'anima, qualunque cosa sia l'anima.
Me la godo a riccio.
Ancora non mi sembra vero.
Infatti continuo a girare a trottola.
L'inerzia e' una bestia difficile da domare e fermare la mia massa a questa velocita' non e' banale.
....continua
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