Intro

Questo è il mio diario ed è scritto sulla strada. Parla del tentativo di realizzare un sogno: fare il giro del mondo via terra, senza prendere aerei. Mollo tutto e parto, in solitaria. A contatto con la Natura, senza bucarla dall'alto. Pulito, lento e circolare. Un'avventura d'altri tempi per sentire la terra cambiare sotto i piedi giorno dopo giorno, per attraversare gli oceani a bordo di cargo mercantili, come fantasticavo da piccolo, con acqua e solo acqua ovunque intorno. Uscire, chiudere la porta ed unire il vialetto di casa mia con la via della seta, Karakorum e Himalaya, India, Cina, le risaie del Mekong, i templi buddhisti con le rovine Maya, Macchu Picchu e la Tierra del Fuego, la Panamericana...
Perchè si parte ? Forse per riempire una mappa vuota, o per perdersi o forse solo per giocare in un prato più grande. Non lo so. So solo che questa volta non mi voglio dare nessun limite.
Che bello dirlo, questa volta il limite è il mondo
Almeno ci provo


martedì 22 dicembre 2009

Un Volkswagen da deserto (...)

Fumetti.
Coperte di lana, tisana e fumetti che escono dalla bocca ad ogni espiro che facciamo.
Nella gamba sinistra un paio di piccoli muscoli che non sapevo di avere si irrigidiscono e si staccano come iceberg galleggiando sottocutanei, mentre scrivo seduto sul divano.
Foche ed elefanti marini si chiudono al calduccio in frigo.
Sono a casa di Eva.
Albinyana, colline dietro Tarragona, Catalunya, Spagna.
Europa.
Neve.
Ma quanta neve e' scesa.
Lo shock termico dal Sahara mi distrugge un po' e non so che cosa fare quando finira'.
Quando finira'.
La malasuerte termino'.
Dalla Mauritania al Marocco non esistono mezzi pubblici.
Per attaversare la frontiera ed i dieci chilometri di terra di nessuno devi vagare per Nouakchott aspettando che si riempia qualche jeep e pagare il prezzo bianco oppure trovare qualcuno che stia risalendo verso il Vecchio Continente e fare appostamenti ai papabili, cecchino dello scrocco quattroruote.
Il mio bersaglio e' proprietario di un furgoncino Volkswagen ed alloggia nel mio stesso ostello. Una gola profonda mi spiffera che dovrebbe partire domani mattina alle sei.
Indovina un po' la prima faccia che ha visto appena finito di stropicciare gli occhi.
L'italiano con la faccia da pazzo e gli occhi spiritati dalla febbre chiede un passaggio fino a Dakhla nel Saharawi marocchino e lui senza batter ciglio accetta.
Non ci credo, la fortuna ricomincia a fluire.
Immediatamente prima che cambi idea lancio il mio zaino dentro il van e mi lego.
Partiamo.
Lui si chiama Fred, sta tornando da due mesi passati in Senegal ad imparare con un feticheur l'arte del gri-gri, l'amuleto scacciamale, che poi rivendera' a Marsiglia. Il furgoncino e' super accessoriato con frigo, fornello, mensole ed un super letto a due piazze.
Statuine ed ossa sparse ovunque.
Sul sedile del passeggero un pianta dai fiori fucsia stroboscopici ed un baobab.
Un baobab.


...continua

2 commenti:

andrea ha detto...

Forse l'Africa richiede un viaggio a parte, credo sia un continente che ti strega e ti ruba l'anima in un colpo solo, dopo un giro del mondo poi!!!

Ci si vede in quel di Ciserano (BG).

CiaoCiao!!!

Anonymous ha detto...

Eddi, ti trovi a Tarragona,non a Timbuktu. E aggiorna la cartina, te pozzino.. non mi svaccare la precisione alla fine!!
Ma mi sa che sei già tornato e t'ha preso la depressione post-viaggiolungo.Ozio stralunato, niente valelapena. O forse sei diverso da me e a te non t'ha preso...
Se invece ti prende, sappi che l'unico modo per farsela passare è entrare in una routine (sad but true)
Ciao
Mauro